giovedì 8 novembre 2012

Granito


Fondamentalmente sono una persona inquadrata, schematica e ordinaria.
Seguo algoritmi elementari. Conseguenze logiche a scelte logiche.
Mantenere i piedi ben saldi al pavimento, granito, marmo, parquet che sia, mi piace, mi fa sentire sicura.
A volte peró tra un sillogismo e l'altro si insinuano delle conseguenze alternative, non calcolate, non previste.
E allora crack, qualcosa si inceppa, come se in un sistema operativo entrasse un virus, un bug che facesse saltare il sistema.
Tutto ció che prima era semplicemente a, b e c, diventa e, l, q, j.. Riuscire a rimettere in ordine lettere buttate lí a casaccio, diventa difficile, impossibile.
Ma dove e quando il disordine sta fuori e non é in realtá giá tutto dentro di noi? Quanto possiamo dare la colpa a fattori esterni?
É facile cercare la colpa, il motivo in qualcosa, in qualcun'altro, proclamandoci sempre innocenti, con le migliori intenzioni. E allora tutto ció che avevamo giudicato imprevisto, era semplicemente latente, pronto a trovare la prima periferica d'uscita per metterci nei guai, per centrifugarci la vita.

Adele-Chasing Pavements

Ma io torno inesorabile con i piedi sul pavimento, piú pesanti di prima, piú attaccati alle mattonelle, cercando di alzare il meno possibile le gambe tra un passo e l'altro.
Perché la latenza sta proprio lí, in quella frazione di secondo in cui il piede sinistro non ha del tutto poggiato la punta e il piede destro alza il tacco. Sai quante cose succedono quando non sei ben saldo?
Questo é il motivo per il quale non corro. Se corri i piedi si alzano entrambi da terra per quasi un secondo.
E lí sí che sono cazzi.

1 commento:

Ma che mi stai dicendo? Davveeeeero?